Il linguaggio della menzogna, aspetti generali

Quando abbiamo studiato il linguaggio del corpo e le microespressioni facciali abbiamo fatto una scoperta sconcertante: non esistono segnali di menzogna!

E sì, purtroppo è così! Il naso di Pinocchio non esiste! Ovvero, non esiste nessun segnale così netto che possa sgamare un comportamento menzognero. Questo è uno dei primi concetti che spieghiamo nel nostro master in comunicazione non verbale. Quello che la ricerca scientifica ha evidenziato, insieme all’esperienza pratica di agenti speciali molto abili negli interrogatori, è che esistono molti INDIZI di menzogna, come: alcuni segnali non verbali, espressioni e microespressioni facciali. Nessuno di questi, però, preso singolarmente può dirci con certezza che ci troviamo davanti a una bugia.

Ed è quello che insegniamo: “Mai prendere per buono un unico segnale, ma una volta che un segnale ci indica qualcosa bisogna andare a cercarne altri che ci possano confermare quell’intuizione!”

Detto questo, ne consegue che individuare le bugie è un compito molto complesso, richiede non solo la conoscenza dei segnali che individuano un’incongruenza, tra quello che si dice con le parole rispetto al linguaggio non verbale e paraverbale, ma anche la conoscenza del comportamento usuale e la personalità di chi abbiamo di fronte.

Mentire richiede diverse attività o se vuoi “abilità”, come: pensare e raccontare la dinamica degli eventi, la sequenza temporale e quella spaziale della bugia; e chiaramente la soppressione e la dissimulazione delle emozioni, tipicamente senso di colpa e paura, e dello stress derivante il dire bugie.

In questo post, sugli aspetti generali, è qui che ci soffermiamo. Infatti, il primo segnale da cui partire è proprio il notare un cambiamento del comportamento di base, quello che in gergo tecnico va sotto il nome di “norming”.

Come anticipato prima, quando una persona racconta una bugia i suoli livelli di stress aumentano, questo ha un effetto diretto sull’atteggiamento abituale del soggetto e quindi il saper “leggere” questo disagio è il primo segnale che, anche se non necessariamente significa che ci sta mentendo, ci avverte che qualcosa nella persona è cambiato e ci suggerisci di indagare più approfonditamente con gli altri indizi di menzogna.

È abbastanza chiaro che per recare un certo stress, tale da far cambiare l’atteggiamento, la bugia deve necessariamente avere un certo peso per chi sta mentendo!

Converrai con noi che una cosa è mentire alla propria donna che il vestito le sta bene, un’altra è mentire nel raccontare un alibi che ti possa scagionare da un omicidio!

Ecco che per chi si appresta a diventare un bravo scopritore di bugie, un lie detector, questa è chiaramente una delle prime difficoltà che si incontrano. A bugie diverse si hanno comportamenti diversi!

Di norma, quindi, più è alto il prezzo da pagare se si viene sgamati, più alti sono i livelli di stress che il bugiardo deve saper nascondere agli occhi di chi lo osserva!

Affinché si possano identificare le reazioni che si discostano dal comportamento abituale di una persona è fondamentale conoscerla bene! Chiaramente quando questo non è possibile, bisogna comunque saper stabilire il comportamento della persona presa in esame in fase di relax, cosi da notare le diversità di comportamento nel caso in cui ci stia dicendo una bugia.

È bene tenere a mente che ogni persona può reagire in modo diverso alla stessa bugia, oppure avere la stessa reazione ma in un caso può essere una bugia e in un altro la verità!

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Lo sapevi che avere le competenze di lettura del linguaggio del coro, oltre che a capire meglio gli altri, è utilissimo per presentarsi e comunicare se stessi al meglio? Nel business, come nella vita personale, utilizzare un linguaggio del corpo in linea e congruente con il messaggio verbale, aumenta moltissimo la percezione di autorevolezza di tutta la comunicazione nel suo complesso! E questo significa più fatturato nel lavoro e migliori relazioni nella vita personale.

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